3 marzo 2010

«Amore in sanatorio» di Dylan Thomas

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                     Una sconosciuta è venuta
A condividere la mia stanza nella casa non proprio a posto di testa,
                     Una ragazza matta come gli uccelli

Che sbarra la notte della porta con il suo braccio la sua piuma.
                     Ristretta nel letto confuso
Lei elude la stanza impermeabile ai paradisi con nuvole entranti

Ma lei elude passeggiando nella stanza da incubi,
                     Scatenata come i morti,
O naviga gli oceani immaginati dei reparti maschili.

                     È venuta posseduta
Colei che fa entrare la luce elusiva attraverso il muro respingente,
                     Posseduta dai cieli

Lei dorme nel trogolo stretto ma passeggia sulla polvere
                     Ma dà di matto come vuole
Sulle assi del manicomio assottigliate dalle mie lacrime ambulanti.

E alla lunga e alla cara fine io, preso dalla luce,
                     È certo che posso
Sostenere la prima visione che diede fuoco alle stelle.

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